PAZIENTI CON LA MALATTIA DI PARKINSON DANZANO AL LORO RITMO PER PROMUOVERE LA TOLLERANZA
BIAL lancia un video per la giornata mondiale del Parkinson
BIAL ha invitato Pamela Quinn, la pluripremiata coach e coreografa nordamericana, a lavorare con i pazienti con Malattia di Parkinson a creare un video focalizzato sul mutuo rispetto per la giornata mondiale del Parkison, l’11 Aprile, dimostrandoci che le persone affette da Parkinson ci possono ispirare.
Ognuno ha il suo ritmo: chi più veloce, chi più lento. Ma chi può dire quale sia quello corretto? In un mondo perfetto, tutti si rispettano. Ma in questo mondo che va così veloce, questo non sempre accade per le migliaia di persone con la Malattia di Parkinson che a volte necessita di qualche minuto in più per compiere le attività quotidiane.
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce le cellule nervose del cervello. Per chi ne è affetto, assume un significato che va ben oltre i sintomi, poiché porta alla progressiva perdita dell’indipendenza. La maggior parte dei pazienti sono comunque in grado di compiere attività quotidiane come prendere il portafoglio e pagare la spesa, usare un bancomat, attraversare la strada o sedersi sull’autobus ma l’ansia che scaturisce dalla paura di metterci troppo tempo e la pressione delle persone che attendono impazienti in fila possono peggiorare i sintomi, rendendo ancora più difficili i gesti quotidiani. Il risultato è la tendenza da parte dei malati di Parkinson a rinunciare gradualmente alla loro indipendenza.
Saperne di più sulla malattia ed essere più tolleranti può migliorare la vita dei 10 milioni di persone affette da Parkison in tutto il mondo. BIAL vuole dare forza a queste persone e mostrare come possano essere una fonte di ispirazione.
Nel video possiamo vedere una coreografia che si svolge in tre diverse ambientazioni: un mercato, un autobus e un attraversamento pedonale. Ballerini professionisti e persone con il Parkinson ballano ciascuno al proprio ritmo, mentre eseguono metaforicamente le attività quotidiane associate a tali luoghi, come fare la spesa, sedersi su un autobus in movimento o attraversare la strada nell’ora di punta.
Il video si conclude con un’affermazione: “non esiste un ritmo giusto per la vita” che ci spinge ad essere più tolleranti e di informarci sulla malattia. Vedere il video qui.